il territorio
Dove i sapori si incontrano
I prodotti TiPICOSì® sono tutti coltivati e raccolti nel territorio della Piana di Albenga e sulle alture, che attraverso le Piane collegano l’Appennino al Mar Ligure.
Qui piccoli produttori coltivano prodotti ortofrutticoli tipici e unici di questa zona: asparago violetto, pomodoro cuore di bue, carciofo spinoso di Albenga, zucchina trombetta, basilico e le numerose piante aromatiche, oltre agli ortaggi e ai frutti che godono del microclima che caratterizza il territorio di Albenga.
Gli aromi accompagnano i piatti tipici della cucina ligure e nazionale, come le preziose patate, il grano e i cereali coltivati in montagna, secondo i prìncipi dell’agricoltura eroica, tipica delle aree montane del nostro Bel Paese.
Ricco di materie prime, sapientemente valorizzate dai nostri coltivatori
Un territorio questo, in cui convivono ulivi secolari di taggiasche, rigogliose piante di limoni, cedri e chinotto, con le più antiche coltivazioni orticole, oggi oggetto di valorizzazione grazie al progetto TIPICOSÌ®.
Tutelare l’ambiente attraverso i produttori che lo curano e i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, significa ricreare e promuovere una cultura in cui la natura e l’agricoltura tornano ad essere centrali nei piccoli gesti quotidiani e in uno dei momenti più importanti della nostra vita: la tavola. Il mantenimento di una “buona salute” inizia nell’orto e prosegue nei nostri piatti.
Conoscere la stagionalità, le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutrizionali dei prodotti che cuciniamo, come e dove vengono coltivati è il primo e più importante passo per prendersi cura di noi stessi.
la piana
La Piana di Albenga
La Piana di Albenga, altrimenti conosciuta come Piana Ingàuna, è la più grande pianura della Liguria. Il suo nome ha origine dal principale comune compreso nel suo territorio, Albenga, ma la sua estensione racchiude anche i comuni di, Ceriale, Cisano sul Neva, Ortovero, Villanova d’Albenga e Garlenda.
Questo territorio, che richiama l’immagine di un ponte che collega l’Appennino Ligure al Mar Ligure, offre una produzione ortofrutticola tipica ed esclusiva conosciuta come “i 4 di Albenga”: asparago violetto, zucchina trombetta, pomodori cuore di bue e carciofi (lo spinoso di Albenga o violetto spinoso di Albenga), oltre a numerose erbe aromatiche quali timo, maggiorana, rosmarino, salvia e basilico.
Sono prodotti agricoli che non hanno molta diffusione al di fuori della zona di produzione, ma sono richiesti e presentati dai migliori ristoranti d’Italia. Completano la produzione agroalimentare della zona l’olio, i vini Pigato DOC e Vermentino DOC della riviera ligure di Ponente.
Questo territorio, che richiama l’immagine di un ponte che collega l’Appennino Ligure al Mar Ligure, offre una produzione ortofrutticola tipica ed esclusiva conosciuta come “i 4 di Albenga”: asparago violetto, zucchina trombetta, pomodori cuore di bue e carciofi (lo spinoso di Albenga o violetto spinoso di Albenga), i limoni, i limon cedri e il chinotto della Riviera di Ponente, oltre a numerose erbe aromatiche quali timo, maggiorana, rosmarino, salvia e basilico.
piana ingàuna
La Piana d’Albenga
La Piana di Albenga, altrimenti conosciuta come Piana Ingàuna, è la più grande pianura della Liguria. Il suo nome ha origine dal principale comune compreso nel suo territorio, Albenga, ma la sua estensione racchiude anche i comuni di, Ceriale, Cisano sul Neva, Ortovero, Villanova d’Albenga e Garlenda.
Sono prodotti agricoli che non hanno molta diffusione al di fuori della zona di produzione, ma sono richiesti e presentati dai migliori ristoranti d’Italia. Completano la produzione agroalimentare della zona l’olio, i vini Pigato DOC e Vermentino DOC della riviera ligure di Ponente.
le valli
Valli Savonesi
Se si cerca su Google Maps “valli savonesi” la risposta non sarà un puntatore a cui corrispondono delle coordinate di latitudine e longitudine, perché? Semplicemente perché la dicitura “Valli savonesi” definisce, per convenzione, un territorio ampio, che dalla piana di Albenga, cuore pulsante di questo lembo della riviera di Ponente, si inerpica per le colline circostanti, sino a raggiungere quote premontuose.
Una vasta aerea, composta da oltre 51 comuni dell’entroterra savonese caratterizzati da progetti di recupero e di sviluppo in ambito agricolo e correlato all’ospitalità.
L’ambiente è spesso rude, quasi selvatico, se non fosse per gli insediamenti agricoli e i piccoli borghi che restituiscono tipicità ormai quasi sconosciute e modalità di coltivazione che si rifanno alle antiche tradizioni contadine, prima fra tutte il recupero degli antichi muretti a secco per strappare terreno coltivabile alle zone boschive.
Una tradizione plurisecolare che risale all’epoca del Ferro (1000 a.c), nata per preservare le città dalle zone montuose soprastanti e che recentemente è stata insignita del riconoscimento di Patrimonio dell’UNESCO proprio per la sua lunghissima storia e per il triplice compito a cui assolvono: tutela del patrimonio storico – culturale, tutela dell’ecosistema e della sua geomorfologia, e tutela dell’economia rurale.
Sui terrazzamenti dislocati in queste valli, gli agricoltori ingauni si sono ricavati preziosi spazi per la coltivazione delle più diverse specie di ortaggi e frutti, primo fra tutti l’ulivo e i protagonisti di TiPICOSì® come i pomodori cuore di bue, le erbe aromatiche, ma anche le patate montane, i cereali, le preziose varietà di grano e il famoso aglio di Vessalico.
Menzione speciale va alle colture frutticole che trovano dimora in questo territorio e che spesso recuperano antiche varietà ormai estremamente rare come le Albicocche di Valleggia, le ciliegie di Castelbianco o le pesche nettarine e tabacchiere.
La scelta di mettere a dimora queste specie è frutto del coraggio e dell’incoscienza che nasce dalla passione degli agricoltori per la loro terra e la storia di questo lembo d’Italia. In loro vive la consapevolezza che solo riportando in vita le varietà più antiche dei frutti della terra, si potrà pensare di tramandarla alle nuove generazioni ancora ricca e fiorente.
Sperimentazione, riscoperta e tanti sacrifici sono ripagati da caratteristiche organolettiche e nutrizionali uniche e invidiabili che ritroviamo in questi preziosi doni di madre terra.